Freeway di Mark Kalesniko – Recensione Panini 9L

Pubblicato il 5 Giugno 2013 alle 16:00

Esordisce sul mercato italiano il canadese Mark Kalesniko, uno dei più importanti e celebrati autori di graphic novel in ambito anglofono. Non perdete questa splendida proposta targata Panini Comics che sintetizza al meglio il talento indiscusso dell’autore! Fatevi ammaliare da Freeway!

Panini 9L – Freeway

Autore: Mark Kalesniko (testi e disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Underground

Provenienza: USA

Prezzo: € 25,00, 17,8 x 25,5, pp. 420, b/n

Data di pubblicazione: aprile 2013

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A volte mi capita di leggere fumetti talmente complessi e profondi che mi suscitano una marea di impressioni e sviscerarle tutte nell’ambito ristretto di una recensione è impresa impossibile. È successo pure stavolta con Freeway, opera omnia del canadese Mark Kalesniko, celebrato autore di graphic novel come Alex (primo lavoro in cui appare lo stesso protagonista di Freeway) o Mail Order Bride, tanto per citarne alcune.

Bisogna specificare che Freeway ha richiesto dieci anni di lavoro ed è stato meritatamente candidato all’Eisner Award e coloro che lo leggeranno si renderanno conto di avere a che fare con un fumetto diverso da quelli in genere pubblicati in Italia. La scelta operata da Panini Comics è encomiabile sotto tutti i punti di vista e bene ha fatto la casa editrice a optare per Freeway che può essere ritenuto il capolavoro assoluto di Kalesniko.

Prima di dedicarsi alla letteratura disegnata il cartoonist ha lavorato nel campo dell’animazione e in particolare alla Disney e gli influssi disneyani sono evidenti nel suo stile grafico. Nello specifico di Freeway, tuttavia, il mondo dell’animazione costituisce una delle tematiche dominanti e non mancano elementi autobiografici. C’è però un indiscutibile protagonista e non mi riferisco ad Alex Kalienska, alterego di Mark, individuo dalle fattezze antropomorfe che ricorda un character disneyano e realizza il sogno di una vita, quello di lavorare come animatore alla Babbitt Jones Production, casa di produzione di cartoon che ovviamente è un riferimento alla Disney.

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No, la vera protagonista è Los Angeles con il suo traffico incessante, le freeway piene di macchine, i locali, i quartieri enormi e labirintici, i grattacieli, lo smog, la frenesia opprimente, la criminalità e la varia umanità che la popola che mi ha fatto pensare a un romanzo di James Frey, Buongiorno Los Angeles. Ma c’è un’altra L.A., quella degli anni quaranta, caratterizzata da una vita più semplice e a misura d’uomo legata alla Golden Age dell’animazione.

Mark, l’eroe della storia, pensa spesso al passato e lo contrappone al presente e in una specie di esaltante delirio onirico si dipanano due trame parallele: quella del giovane Mark, appunto, che appena assunto alla Babbitt Jones scopre che l’ambiente di lavoro non è stimolante come credeva; e quella di un uomo che potrebbe essere un’altra versione di Mark e agisce nei mitici forties e pare passarsela meglio di lui.

In Freeway comunque esistono elementi ricorrenti: il traffico, gli ingorghi e gli incidenti automobilistici. Kalesniko si mantiene su un costante livello di ambiguità, nel senso che molte delle cose che accadono si verificano forse solo nella mente di Alex. E c’è un’esasperata contrapposizione tra sogno e realtà. Non sempre nella vita tutto si verifica come speriamo, sembra volerci dire l’autore, e il disincanto ha quindi il sopravvento.

Di conseguenza, la Los Angeles mitica di un tempo ormai perduto è di fatto una metropoli alienante; lo studio è frequentato da artisti frustrati ma ambiziosi pronti a pugnalarsi alle spalle a vicenda; una ragazza che potrebbe rappresentare l’amore e un rapporto di coppia stabile si dimostra egoista e superficiale.

Kalesniko inserisce poi nella trama varie suggestioni creative. È evidente la fascinazione nei confronti della pop art e dell’Action Painting di Jackson Pollock e della musica jazz. E i testi hanno di tanto in tanto, specie nei dialoghi, modalità espressive tipiche dei libri di John Fante e alludono alla laconicità di Hemingway. Per giunta la story-line è inframmezzata da flashback e interruzioni arbitrarie della narrazione che contribuiscono a rendere ulteriormente intrigante Freeway.

Tuttavia, malgrado Kalesniko descriva situazioni spiacevoli e malinconiche ricorre all’ironia e perciò la lettura non risulta pesante e opprimente.

Freeway è un capolavoro anche per l’aspetto grafico. Naturalmente si intuisce che Kalesniko ha lavorato nel campo dell’animazione e l’impostazione cartoon è ovvia nella raffigurazione di Alex. Costui, lo ripeto, assomiglia a un animale antropomorfo mentre i colleghi richiamano le figure dei fumetti underground.

Il tratto del penciler è pulito, elegante e dinamico ma anche stavolta c’è una contrapposizione: alla fluidità leziosa delle figure fa infatti da contrasto il paesaggio urbano. E Kalesniko disegna i grattacieli, i palazzi, i quartieri di L.A. con un realismo certosino (vale sia per la Los Angeles contemporanea che per quella degli anni quaranta). Il taglio della pagina è inventivo e lo story-telling ha un’indiscutibile dinamicità, enfatizzata soprattutto nelle tavole prive di testo che si affidano esclusivamente alla forza espressiva delle immagini.

Potrei continuare a lungo ma credo di aver chiarito che Freeway è un’opera di valore assoluto e sarebbe un peccato ignorarla. Leggetela e scoprirete uno degli autori più talentuosi e importanti del panorama fumettistico anglofono. Da non perdere.


Voto: 9

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