Hell Blade Vol.1 di Je Tae Yoo – Recensione GP Manga

Pubblicato il 5 Giugno 2013 alle 11:00

Per gli appassionati del genere horror, edito da GP Manga arriva il manhwa Hell Blade, ennesima rivisitazione della storica leggenda di Jack lo Squartatore.

Hell Blade vol.1

Storia e Disegni: Je Tae Yoo

Casa Editrice: GP Manga

Provenienza: Giappone 2009( 5 volumi serie conclusa).

Target e Genere: Seinen, Horror, Soprannaturale

Prezzo: € 5,90, 12×16,9, 178 pp., b/n + col., B+ sovraccoperta

Data di pubblicazione: Giugno 2013

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1888, quartiere di White Chapel, Londra; le notti della città sono imbrattate di sangue da delitti efferati ai danni di giovani donne, opera di uno sconosciuto ribattezzato dalle cronache del tempo Jack lo Squartatore. La polizia assiste attonita e inerme allo scempio, mentre le vittime si moltiplicano. Londra è ormai tenuta in scacco da un brutale assassino che agisce nelle tenebre, colorandole di rosso vermiglio.

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L’ennesima rivisitazione letteraria del leggendario caso di cronaca nera di Jack lo Squartore questa volta è affidata alla penna del mangaka coreano Ye-Tae Yoo, che nel suo manhwa edito da GP Manga, ci regala una versione – benché non storicamente accurata – molto originale e interessante della vicenda che sconvolse Londra a fine ottocento, e del suo misterioso protagonista.

Un simbolo sacro profanato, un uomo in fuga con gli occhi sbarrati dal terrore e una donna massacrata: è così che si apre Hell Blade. La scena si sposta poi in una camera da letto e l’attenzione si focalizza su due amanti che si attardano in effusioni. Lui è Roy, poliziotto cui è stato affidato insieme con il collega Harold, il caso spinoso di un crudele omicida che sconvolge le notti del degradato quartiere di White Chapel, con le uccisioni di giovani donne e il conseguente scempio dei loro cadaveri, cui viene privato l’utero. Lei è Susan, giovane vedova succube di una suocera violenta: teme che se la donna scoprirà della relazione clandestina che la lega a Roy, la priverà dell’eredità del defunto marito.


Roy la rassicura e poi si reca sul luogo del rinvenimento dell’ennesima vittima dello Squartatore, ma non fa in tempo a ragionare sull’accaduto che una telefonata di Susan lo riporta a casa della donna. Lì scopre che l’amante ha appena ucciso la suocera e per coprirla, pratica sul cadavere della povera anziana lo stesso rituale di Jack lo Squartatore; ed è proprio a tu per tu con il famigerato assassino che Roy si trova quando si libera del cadavere con l’intento di farlo passare per un omicidio del seriale. Jack lo risparmia. Per Roy però tutto precipita: la chiesa anglicana invia Ian Riley, un ispettore, per far luce sui casi di assassinio, credendoli legati in quale modo al mondo del soprannaturale e l’omicidio di Roy e Susan è ben presto smascherato. I due tentano la fuga, ma nulla è quello che sembra e in un finale di volume cruento e sanguinoso, verrà a galla una verità sorprendente per quanto sconcertante.

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Con Hell Blade, Yoo è riuscito a rendere interessante e originale una storia trita e ritrita, dandole nuovo spolvero, pur tramite l’ausilio di altri cliché standard come i mostri e le presenze demoniache. Il colpo di scena che ribalta tutte le convinzioni stereotipate di una storia che ha fatto scuola e accademia, è un vero e proprio tocco di genio che vale tutta la serie. Il primo volume è una sorta di prologo che introduce il lettore alla vicenda che verrà narrata in seguito, i cui protagonisti principali saranno quelli ancora solo accennati. Ian Riley su tutti, che già dalle prime battute e dalla sorprendente capacità di analisi che dimostra nello stilare il modus operandi del serial killer, si presenta come un personaggio di spicco.

L’arte di Yoo è drammatica e convulsa: le scene cruente sono rese con macabri dettagli a volte impercettibili, altre vere e proprie immagini da mattatoio. L’insistenza sui toni grigi e dark conferisce all’opera un respiro ancora più pesante, così come le espressioni dipinte sui volti delle vittime: i tratti deformati da una paura atavica mettono più paura della morte stessa. I dialoghi, dal tono un po’ macchinoso e accademico a inizio storia, diventano immediati e serrati raggiunto il climax. L’elemento sovrannaturale gioca a favore di una certa distensione nella lettura che altrimenti risulterebbe caotica e affannosa.

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Senza rivelare il colpo di scena che rende Hell Blade originale pur nel trattare il serial killer più famoso e scomodato della storia, si può definirlo un buon racconto horror, intriso di sangue e terrore, in cui il mix tra finzione e realtà storica è ben reso e getta le basi per un promettente prosieguo della vicenda. Una lettura da brividi.


Voto 8

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