Il regno dei morti n. 2 – Recensione
Pubblicato il 2 Giugno 2013 alle 10:00
Prosegue nel migliore dei modi la miniserie targata Villain Comics e realizzata da Marsiglia, Monteleone e Belfiore.
Il regno dei morti #2
Autori: Stefano Marsiglia, Michele Monteleone (testi) e Mauro Belfiore (disegni).
Casa Editrice: Villain Comics.
Provenienza: Italia.
Genere: horror-survival.
Prezzo: 2,50 Euro.
Data di pubblicazione: 2013
La seconda parte de “Il regno dei morti”, recentemente presentata al Napoli Comicon 2013, conferma quanto di buono fatto vedere dalla prima uscita, e anzi sa fare anche meglio.
Meglio perché confermarsi è sempre più difficile che destare apprezzamento la prima volta. Meglio anche perché la trama approntata da Stefano Marsiglia e Michele Monteleone, col proseguimento della storia, diventa ancor più avvincente.
La serie horror-survival edita da Villain Comics continua dunque a procedere col piede giusto. Nel secondo dei tre albi in cui è divisa passa in maniera disinvolta dalle concitate scene di battaglia all’aperto, con gli scontri tra umani e zombie, zombie e vampiri e vampiri e umani, agli incontri nei luoghi chiusi delle stanze del potere o delle sale parto, dove nascono bambini che serviranno per nutrire in futuro i vampiri.
I disegni di Mauro Belfiore, il terzo degli autori de “Il regno dei morti”, accompagnano sempre egregiamente le 24 pagine del fumetto contribuendo e anzi determinando a realizzare quell’atmosfera insieme coinvolgente e inquietante che si sprigiona dalle – purtroppo poche – tavole che compongono questo volumetto.
Della convivenza tra horror, avventura e critica sociale ne abbiamo già parlato per il primo albo. Qui c’è da aggiungere che i drammi privati – Lena che è stata separata dal suo Kurt; Martin, servo dei vampiri, che non ottiene il permesso di giacere con Lena – si fondono e accrescono quello generale della sopravvivenza nel mondo post apocalittico di Marsiglia, Monteleone e Belfiore.
Un albo mosso e soffocante, che si muove in uno sfondo sconfinato eppure angusto, ma che sa anche sorprendere nella pagine conclusive, innescando attese e interrogativi per il gran finale. Un albo da leggere, insomma.