Osama Game Vol.1 di Hitori Renda, Nobuaki Kanazawa – Recensione Planet Manga
Pubblicato il 28 Maggio 2013 alle 11:30
Finalmente in Italia il manga tratto dal romanzo cult di Nobuaki Kanazawa.
Osama Game vol.1
Storia e Disegni: Nobuaki Kanazawa, Hitori Renda
Casa Editrice: Planet Manga
Provenienza: Giappone 2010 ( 5 volumi completa).
Target e Genere: Thriller, Horror, Azione e Psicologico
Prezzo: € 7,50, 13×18, B., 176 pp., b/n, con sovraccoperta
Data di pubblicazione: Aprile 2013
Un registro di classe con elencati i nomi dei 32 alunni della Prima B, ognuno dei quali contrassegnato da un numero. Una foto che li ritrae tutti insieme come da tradizione scolastica; c’è chi sorride, chi è emozionato, chi sfugge l’obiettivo e chi è più triste degli altri. Sarebbero le prime due pagine di un normale manga scolastico, se ciascun numero di quell’elenco di alunni non fosse destinato a essere depennato a causa di un tragico e misterioso gioco al massacro: il Gioco del Re.
Osama Game – Il gioco del Re, liberamente tratto dal romanzo di Nobuaki Kanazawa e illustrato da Hitori Renda, è un manga horror edito da Planet Manga, nel quale un gioco crudele tiene in scacco le sorti e la vita di 32 studenti di una classe di primo superiore. Tutto ha inizio a Mezzanotte di un giorno qualunque, quando ogni alunno della Prima B riceve una mail da qualcuno che si firma il Re, contenente un bizzarro ordine e la minaccia che se entro 24 ore tale ordine non verrà eseguito da chi indicato, questi subirà una punizione.
La storia è raccontata dal punto di vista del protagonista Nobuaki Kanazawa, uno degli alunni, omonimo dell’autore stesso, che si trova suo malgrado impigliato in una subdola ragnatela tessuta da un anonimo folle. Quello che al primo impatto sembra a tutti uno scherzo di pessimo gusto: le prime prove da superare infatti sono buffe e un po’ spinte, a poco a poco si rivela una trappola di morte e terrore.
Ai primi due alunni che non rispettano l’ordine a loro impartito, il Re notifica con mail, la sentenza d’impiccagione e trascorse effettivamente 24 ore dall’evasione dell’ordine, Hideki e Satomi vengono trovati morti impiccati. Si scatena il panico: Nobuaki, la sua ragazza Chiemi e il suo migliore amico Naoya fanno fronte comune per scongiurare altre morti. Ma la tattica del Re è infallibile: sembra conoscere la debolezza di chiunque nell’adeguare l’ordine al destinatario. Gioca d’anticipo, ma stupisce dentro e fuori dal gioco. Il volume si chiude con Nobuaki che dopo aver salvato la pelle all’amico, dovrà vendere cara la sua, in una lotta tra amore, orgoglio e amicizia.
Il manga di Kanazawa è un’opera adrenalinica, che si legge a rotta di collo e fa salire ansia e fiatone. Una lettura che costringe a interrogarsi sulle reali intenzioni del Re, a fare il tifo ora per la salvezza di un alunno, ora per la punizione di un altro, che spinge a riflettere il lettore su come fuggirebbe lui se catapultato all’interno della vicenda. Il primo ordine – un bacio sulle labbra – frivolo, quasi ingenuo, per un attimo fa nascere un sorriso. Ma al fallimento di una prova banale, corrisponde la pena capitale e quello che sembrava il giochino perverso di un idiota si dimostra in realtà lo schema perfetto di una mente geniale e malvagia.
Chi leggerà Osama Game rimarrà colpito dalla semplice crudeltà con cui il Re condanna a morte chi non obbedisce ai suoi ordini. Gli avvenimenti si susseguono a una velocità incredibile: ordine inviato. Ordine eseguito. Esecuzione. Penitenza. Parole scarne, essenziali; come se la vita di un ragazzo di 15 anni si potesse cancellare davvero solo pigiando un tasto su un telefonino o depennando il suo numero di riferimento da una lista.
Chi scrive non può fare a meno di criticare la superficialità con cui l’autore tratta la morte: benché l’idea di fondo sia accattivante e ben architettata, i disegni molto dinamici e realistici, con una particolare ricercatezza nel rendere le variegate sfaccettature delle espressioni facciali, il modo in cui il protagonista e i suoi compagni vivono e affrontano gli eventi luttuosi che cadono loro tra capo e collo ( letteralmente, sic!) è inverosimile. Ed è un peccato che l’autore abbia trascurato un dettaglio di fondamentale importanza per concentrarsi invece nello stupire il lettore solo con giochi mentali e morti clamorose.
L’opera sarebbe stata più completa se la morte non fosse stata usata solo come un tramite per spettacolarizzare l’horror. Nonostante ciò, gli amanti del genere psicologico saranno intrigati dalle abili macchinazioni del misterioso Re e tormentati da mille interrogativi:
Chi e perché vuole eliminare gli alunni della Prima B? Il colpevole si cela tra loro? Cosa saremmo disposti a sacrificare pur di salvare la nostra vita e quella delle persone che amiamo?