Rasl vol. 1 di Jeff Smith – Recensione
Pubblicato il 28 Febbraio 2013 alle 11:45
Torna il geniale autore di Bone, Jeff Smith, con un sorprendente noir fantascientifico che vi lascerà senza fiato: Rasl! Non perdete l’inizio di una serie esaltante dalle atmosfere cospiratorie, carica di tensione e paranoia alla Philip K. Dick!
Rasl vol. 1 – La Faglia
Autore: Jeff Smith (testi e disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Provenienza: USA
Genere: Fantascienza
Prezzo: € 12,00, 21 x 30, pp. 112, b/n
Data di pubblicazione: ottobre 2012
Chi conosce e apprezza Jeff Smith, autore della celebrata saga di Bone, potrebbe rimanere spiazzato leggendo il primo volume di Rasl e non perché si tratti di un lavoro poco valido, tutt’altro, ma perché le atmosfere narrative sono radicalmente diverse dall’opera che gli ha dato fama. Comunque la versatilità è una delle doti degli artisti di talento e Smith rientra senza ombra di dubbio nella categoria, perciò non c’è da sorprendersi più di tanto. Io per primo sono rimasto positivamente spiazzato da Rasl. Mi attendevo ovviamente un fumetto di qualità ma non di tale livello.
Innanzitutto potremmo definirlo fantascientifico ma ci sono elementi mystery e noir di impronta cospiratoria che mi hanno fatto pensare a certi racconti di Raymond Chandler, grazie all’espressività hard-boiled dei testi, e a un telefilm come X-Files che, pur sci-fi nell’impostazione, risentiva di suggestioni di vario tipo, in una riuscita sintesi Avant-Pop. La story-line ruota intorno alle teorie della fisica quantistica, alle scoperte di Nikola Tesla e ai concetti di mondi paralleli che ormai vanno per la maggiore in tanta fiction contemporanea. Tuttavia non vorrei essere frainteso: benché il plot risulti di ampio respiro e decisamente articolato, abbiamo a che fare con una proposta comprensibile e leggibile e in grado di avvincere il lettore.
Smith, con abilità, non spiega subito tutto e parecchi dettagli della vita del protagonista della serie, Rasl, appunto, vengono rivelati con parsimonia tramite azzeccati flashback. Rasl è un ladro specializzato in furti di opere d’arte commissionate da avidi collezionisti. Ha inventato un congegno che gli consente di finire in mondi paralleli, raggiungibili tramite una non meglio identificata Faglia. In passato è stato uno scienziato che ha effettuato ricerche sulle dimensioni attigue alla nostra, ideando il congegno che gli permette di spostarsi, e ha avuto una relazione con la moglie di un collega. Ma, almeno per il momento, non ne sappiamo di più.
La storia inizia con uno dei furti di Rasl e le cose non andranno per il verso giusto. Un killer dalle fattezze rettiliane è sulle sue tracce e come se non bastasse un antico manufatto indiano e gli enigmi ad esso correlati complicano la situazione. Analogamente ai romanzi claustrofobici e paranoici di Philip K. Dick, Rasl rimane coinvolto in una inquietante macchinazione. Nessuno è ciò che sembra in questo fumetto. Un’amica prostituta potrebbe risultare, in un altro mondo, diversa da come lui la ricorda; le identità sono labili e qualunque contesto può costituire una minaccia potenziale. La suspense e l’inquietudine dilagano e Smith esprime un senso di pericolo costante persino nelle cose più banali: un cd di Bob Dylan, per esempio; un deserto; o una cittadina stile Twin Peaks.
Rasl è intrigante ed è l’ulteriore dimostrazione della bravura di Smith. I testi, come ho scritto, hanno un’impostazione hard-boiled mutuata dal noir con dialoghi dalla stringatezza tipica di molti thriller hollywoodiani. Quanto ai disegni, Smith si avvicina in parte agli stilemi underground, con un tratto volutamente grezzo e a volte sgradevole che contribuisce ad accentuare il clima ansiogeno e pessimista della story-line, grazie a un bianco e nero incisivo.
Numerose tavole sono inoltre valorizzate da uno story-telling fluido e dinamico, adatto ad una vicenda che fa del ritmo sincopato uno degli ingredienti principali. In poche parole, Rasl è una serie da seguire assolutamente e non dispiacerà agli amanti della fantascienza, del noir e ai fan di Jeff Smith. Trascurarla sarebbe davvero un grave errore.