Tex la Valle del Terrore: Recensione
Pubblicato il 27 Dicembre 2011 alle 11:37
Rizzoli/Lizard pubblica il Texone del grande Magnus, opera che gli richiese ben sette anni di lavoro: un libro essenziale per tutti gli estimatori del disegnatore di Alan Ford. Ma l’arte di Magnus è al servizio di una storia valida? La risposta non è scontata!
Tex La Valle del Terrore
Autori: Claudio Nizzi (testi), Magnus (disegni)
Casa Editrice: Rizzoli/Lizard
Provenienza: Italia
Prezzo: € 24,00, 21 x 28, pp. 304, b/n
Data di pubblicazione: giugno 2011
Come gli utenti sanno, la casa editrice ha iniziato a proporre le opere del grande Magnus, mitico illustratore di Kriminal, Satanik e Alan Ford, nonché noto per altri capolavori come Lo Sconosciuto o Milady, tanto per citarne qualcuno; e coloro che in passato hanno letto altre mie recensioni sanno che nutro nei confronti di Magnus un’autentica venerazione.
Magnus disegnò pure una storia speciale di Tex, personaggio di punta della Bonelli, apparsa originariamente sul n. 9 di Tex – Albo Speciale, convenzionalmente definito Texone, del giugno 1996. Tuttavia, tale storia aveva già da tempo assunto una valenza mitica, dal momento che era attesa da anni. Magnus, infatti, ne impiegò ben sette per concluderla, a causa della lunghezza (duecentoventiquattro tavole) e della cura certosina e maniacale che vi dedicò.
Per un’occasione del genere, Magnus modificò il suo stile. L’elemento grottesco, tipico dei suoi lavori più amati, era assente (a parte un personaggio che rappresenta lo stesso autore in versione caricaturale) e i toni neri, fondamentali nel suo disegno, furono eliminati a favore di un tratteggio che contraddistingue l’intera opera e fa pensare all’effetto delle incisioni.
Come se non bastasse, Magnus curò gli sfondi, gli arredi, le architetture del fortino delle pagine conclusive; nonché i paesaggi naturali, con ossessiva attenzione nei confronti di dettagli a volte infinitesimali: per esempio, le fronde degli alberi.
In poche parole, il disegno del Texone fu inusuale per i fan di Magnus e rappresentò un mutamento che forse lo avrebbe condotto a nuove esperienze artistiche. Chiarito questo, bisogna altresì chiarire che l’arte di Magnus è sopraffina e non può essere messa in discussione; però, lo confesso, al suo Tex preferisco altre cose.
E la storia? Qui veniamo alle dolenti note. La trama e i testi di Claudio Nizzi, a mio parere, sono noiosi e banali e hanno le pecche che imputo ai fumetti bonelliani in generale. I dialoghi sono risaputi, sempre con le solite espressioni e i modi di dire stancanti, nonché didascalici.
E la story-line, inoltre, imperniata sulle macchinazioni di una setta di cinesi, è lenta, piena di lungaggini, tanto che in diversi momenti ho provato l’impulso di chiudere il libro perché non ce la facevo a proseguire nella lettura. La Valle del Terrore è piatta e dozzinale, in linea con la piattezza e la dozzinalità dilaganti nella serie regolare di Tex.
La mia impressione è che Magnus si sia adattato alle regole anguste di casa Bonelli. E sono d’accordo con Luigi Bernardi quando afferma che La Valle del Terrore non è una storia di Magnus ma una di Tex. Il problema è questo: i fumetti Bonelli sono stati realizzati da autori ottimi, ma creativamente repressi, poiché hanno subito regole narrative e illustrative rigide.
Di conseguenza, ritengo che valga la pena sfogliare e osservare con ammirazione il Texone di Magnus; ma la lettura è evitabile, perché la storia non esiste. E non se ne adontino i bonelliani. Basta provare fumetti americani, giapponesi o di area francofona per rendersi conto della pochezza delle produzioni targate Bonelli, compresa quella d Nizzi qui inclusa. Il libro, comunque, è importante perché costituisce un capitolo essenziale dell’attività artistica di Magnus, è ben realizzato dal punto di vista editoriale e corredato da bozzetti inediti e da un’interessante intervista che Magnus concesse ad Andrea Plazzi. Da vedere ma non da leggere.