Tsubaki-cho Lonely Planet di Mika Yamamori | Recensione manga Star Comics
Pubblicato il 23 Giugno 2017 alle 14:25
Da Star Comics uno shojo dai toni semplici e delicati
“Dopo aver svoltato e superato la salita è possibile ammirare delle camelie.”
Fumi Oono frequenta il secondo anno delle scuole superiori. Orfana di madre, vive col padre in ristrettezze economiche finché un enorme debito contratto dall’uomo non la costringe ad accettare di lavorare come domestica, vitto e alloggio gratis, presso l’abitazione di uno scrittore di romanzi d’epoca.
Non appena arrivata nel rione delle camelie – da qui il titolo Tsubaki-cho – entrata in casa trova letteralmente spalmato sul pavimento un giovane, che dopo l’iniziale spavento si rimette in piedi, mostrando un aspetto trasandato e modi rudi e che, con enorme sorpresa di Fumi, si rivela essere Akatsuki Kibikino, lo scrittore che l’ha assunta. Perplesso a sua volta dalla giovane età della domestica, il ragazzo le si rivolge in modo sgarbato limitandosi a mostrarle la sua stanza e a raccomandarle di fare il suo dovere e di non creargli mai fastidi.
La nuova vita di Fumi comincia così col piede sbagliato. Nonostante ciò, preoccupata dalla gran quantità di tempo che lo scrittore dedica al suo lavoro, la ragazza si premura di fargli trovare tutto in ordine e persino dei pasti adeguati. Peccato che Akatsuki la tratti in malo modo definendola fastidiosa e sottolineando che se vorrà giocare alla famiglia ha sbagliato posto.
Fumi conta persino i centesimi di yen che la separano dall’estinzione del debito e, a denti stretti, tira avanti. Riuscirà la sua gentilezza a penetrare la corazza dello scrittore solitario?
Tsubaki-cho Lonely Planet, nuova proposta shojo della Star Comics, scritto e illustrato da Mika Yamamori arriva subito dopo il titolo di gran successo della stessa mangaka, Una stella cadente in pieno giorno. E se i lettori non potranno fare a meno di ravvisare molte somiglianze tra i due manga, sia dal punto di vista artistico che riguardo al gap di dieci anni tra i due protagonisti, la trama già dal primo volume appare decisamente più definita del primo lavoro della Yamamori, così come il background dei personaggi.
La storia è incentrata su due amine solitarie che si ritrovano loro malgrado costrette sotto lo stesso tetto a confondere e fondere le loro rispettive solitudini. Sia Fumi che Akatsuki portano i segni di un vuoto dovuto alla mancanza di una vera famiglia.
Se il passato dello scrittore è ancora sconosciuto, di Fumi sappiamo che ha perso la madre in tenera età e che il padre è stato sempre un cialtrone. A un certo punto della sua giovane vita Fumi deve rimboccarsi le maniche e sostituire la madre nella cura della casa e del genitore. Dedicandosi sempre a risparmiare, a centellinare quasi, è cresciuta troppo in fretta accantonando i sogni e le aspirazioni di una ragazzina della sua età.
Una compagna di scuola, stupita dal fatto che parli sempre di acquisti al supermercato arriva persino a chiederle se è interessata ai ragazzi o all’amore in generale. Nel pianeta solitario di Fumi purtroppo c’è stato sempre poco spazio per i sentimenti, ma chissà che la convivenza forzata con un altro lupo solitario non possa farle battere per la prima volta il cuore.
Nel complesso la trama del manga è abbastanza semplice, ma gli shojo della Yamamori hanno il grande merito di riscattare la figura femminile, troppo bistrattata da opere dello stesso genere nelle quali le ragazze sono per la maggior parte delle volte impacciate e poco intelligenti. Fumi è educata, sensibile e matura. Si prodiga per gli altri e sa dare subito un nome alle emozioni o sensazioni che prova.
Il tema della convivenza è anche uno spunto interessante, benché non originalissimo, che promette un percorso di crescita per entrambi i protagonisti, senza dimenticare che con la Yamamori la sorpresa è sempre in agguato, considerata la piega presa dal suo romanzo precedente, rivelatasi tutto fuorché scontata.
Lo stile artistico è delizioso, soprattutto nei dettagli dei visi e nelle ombreggiature degli occhi e dei capelli. Una tecnica che permette di sostituire molto spesso gli sguardi alle parole. Un’espressività che agisce come una calamita sul lettore.
Chi ama gli shojo tradizionali con una spruzzata di imprevedibilità non potrà che adorare Tsubaki-cho Lonely Planet. Consigliatissimo.