Alastor: chiacchierata con Pasquale Saviano

Pubblicato il 30 Marzo 2011 alle 12:50

Michele Fidati e Roberto Addari: da quando ti abbiamo intervistato l’ultima volta, quasi 5 mesi fa, sono successe davvero tante cose. Ci puoi confermare che Kappa Edizioni, e l’etichetta dei manga Ronin, sono ora esclusivisti Alastor?
Pasquale Saviano: Grazie del nuovo interessamento.
Sì, dal mese di febbraio Kappa Edizioni (che ringrazio per la fiducia) e la sua etichetta Ronin Manga ha iniziato a lavorare con noi in esclusiva. E’ inutile dire che Massimiliano, Andrea P., Barbara e Andrea B., fin da Granata Press in poi (sostanzialmente prima non esisteva il manga in Italia) hanno sempre rappresentato un punto di eccellenza per il fumetto giapponese in Italia. Questo accordo da una parte ci inorgoglisce, dall’altro ci rende consapevoli che stiamo lavorando con uno dei gruppo professionalmente più validi che il nostro mercato ci ha mai dato. La loro resta una offerta ampia e trasversale. Per quanto costituiscano il gruppo che opera sul mercato da più tempo, hanno un’offerta di prodotto talmente ampia e innovativa che inevitabilmente finisce con l’interessare chiunque, per un motivo o un altro, e che cercheremo di gestire al meglio. Non mi resta che fare i rituali in bocca al lupo ad ambedue (editore e distributore) con l’auspicio di fare tanto bene quanto ci si aspetta sia per noi che per le fumetterie che per i lettori.

Ci puoi raccontare il dietro le quinte di questo accordo?
Non si tratta di dietro le quinte, ma semplici dinamiche commerciali, per cui ogni accordo alla sua scadenza viene ridiscusso, anche in funzione delle nuove necessità del mercato. Credo semplicemente che ciò che abbiamo potuto garantire all’azienda Kappa Edizioni fosse più vicino possibile alle loro necessità distributive attuali, tenendo soprattutto conto della lenta ma continua evoluzione che il mercato subisce. La cosa che maggiormente necessita in questi tempi è la stabilità e la solidità di un programma lavorativo che abbia un obiettivo finale sicuro.
Tentare di forzare il mercato oltre la sua normale evoluzione, soprattutto se frutto di una azione più istintiva che di calcolo, può essere dannoso per tutta la filiera (dall’editore al lettore, passando per le fumetterie). Questo che abbiamo oggi è il risultato di un mercato che si evolve da oltre 20 anni e che ha permesso una possibilità di scelta ai lettori che non ha mai avuto paragoni nella storia italiana, nonché una crescita del 200% del numero delle realtà commerciali presenti sul territorio. Ovviamente senza dimenticare che ogni sistema è perfezionabile nella sua naturale evoluzione, e già oggi tutti stiamo lavorando in un mercato profondamente diverso, al di là dei proclami, rispetto a un anno fa.

Anche Yamato Video è ormai una vostra a esclusiva?
Sì, Yamato come i Kappa è diventata nel mese scorso un’altra nostra esclusiva. Anche questo accordo mi rende estremamente felice. Conosco Fabrizio Ferrario da una vita ed ho avuto sempre una profonda ammirazione per la sua genialità nella gestione degli anime, che lo hanno reso un protagonista assoluto non solo nel mercato dell’Home Video, ma anche direttamente in quello televisivo. Ovviamente l’idea di allargare la visibilità del suo catalogo nel Mega, sia nella sezione dei fumetti che in quello video, hanno rappresentato una grande gioia e, parimenti con i Kappa, un nuova sfida per cercare di fare il meglio possibile con un altro editore simbolo del mercato giapponese in Italia.

Possiamo quindi dire che il 2011 di Alastor si è aperto nel segno del Sol Levante, con il debutto della Goen nelle fumetterie, l’entrata dei Kappa Boys con la linea Ronin Manga e di Yamato Video nella scuderia degli esclusivisti e la distribuzione dell’etichetta Wasabi Records per tutti gli amanti della musica nipponica.
Cosa ti aspetti da queste manovre? Pensi che possano trainare anche le pubblicazioni orientali degli altri esclusivisti?

Credo proprio di si, non tanto nel senso orientale ma proprio in generale. Ho sempre creduto che determinate attività, per quando concorrenziali tra di loro, finiscono in qualche maniera con il sinergizzarsi ed aiutarsi. Sicuramente una di queste è l’editoria. Molte volte mi è capitato, visitando una città, di trovarmi in alcune zone che sembravano diventare il fulcro di una sola attività. Quasi come se quell’area della città si fosse coscientemente specializzata. Così abbiamo interi quartieri dove si raccolgono gli orefici, gli antiquari, i librai …  . Questo fenomeno è dovuto semplicemente al fatto che la concentrazione delle attività, per quanto concorrenziali, finisce con il favorire gli uni con gli altri creando sempre nuova ricchezza per tutti. Ora avere un catalogo dove tutti gli editori convivono concorrenzialmente tra loro, ma contribuiscono allo stesso tempo a generare interesse da parte del pubblico e delle librerie, permette di raggiungere tutti in maniera soddisfacente.

Il fatto di garantire a tutti la possibilità di scegliere ciò che si vuole è stato sempre il credo fondamentale con cui abbiamo operato, e siamo convinti che questi editori (che continuiamo a ringraziare) ci permetteranno ancora di più, di poterlo fare. Sulla questione orientale specifica invece, non posso sbilanciarmi, anche tenendo conto di quello che dirò relativamente a Planeta dopo, e in funzione di altre eventuali aggiunte che il mercato potrà portare. Sicuramente lo sviluppo del mercato orientale determinato dal fatto che un buon consulente editoriale può fare ancora la differenza. Negli altri abbiamo o una sostanziale difficoltà: in USA, DC e Marvel sono fondamentalmente i padroni, e quello che rimane, anche se straordinariamente interessante, non è così vasto come in Giappone e diventa appannaggio di poche realtà; in Europa e Sud America (non considero le peculiarità produttive del “sistema italiano”), esclusi alcuni prodotti importantissimi francesi e argentini, non abbiamo una grande tradizione che può essere riproposta organicamente, per cui diventa territorio di strutture ancora più specializzate ed agguerrite. Dire che ci riserva il futuro, tenendo conto anche della situazione generale del nostro mercato, non è semplice.

Come procederà la calendarizzazione delle uscite Ronin Manga rispetto agli annunci di Mega? E come verranno distribuite all’interno del mese?
Prima di tutto dando continuità per le novità alla rete che, per quanto interessata ai cambi distributivi, alla fine esige giustamente che ogni ordine venga puntualmente esaudito e che il materiale arrivi a destinazione nei tempi previsti. L’operazione allo stato attuale pare completamente riuscita, e per questo ringrazio tutti, dai distributori alle fumetterie. I passi successivi saranno volti alla normalizzazione dei calendari distributivi, al riequilibrio dei nostri magazzini per gestire il grande catalogo Kappa/Ronin, non solo per la fumetteria (rendendo nuovamente disponibile nell’immediato il servizio arretrati), ma anche per la varia dove stiamo cercando in maniera differente di minimizzare gli scollamenti operativi dovuti al cambio distributivo. La mia idea distributiva finale è quella di avere, collaborando con Kappa Edizioni, la possibilità di avere una presenza stabile e affidabile del loro prodotto in tutti i canali su cui operiamo partendo da quanto sia di più vicino alla settimanalità per la fumetteria, arrivando ai classici cinque lanci annuali per la varia.

Goen sta continuando a promuovere con prezzi di lancio estremamente aggressivi i propri titoli: come stanno rispondendo le fumetterie a queste offerte?
Goen è un piccolo editore che continua a stupirmi. Quando ho iniziato a parlare con lui della sua nuova attività editoriale, sono rimasto colpito dalla sicurezza della sua idea editoriale e dalla portata strutturale del suo piano di lavoro e di uscite, degni di editori più “anziani” nel nostro mercato. In soli tre mesi ha messo tanta energia che in soli altri pochi casi ho visto applicare (su modalità temporali molto più ampie) attraverso azioni che garantiscono sia la fumetteria che (soprattutto) il lettore. Lo scopo dell’editore è permettere di far provare il prodotto all’interno di un offerta abbastanza variegata, in cui ognuno prima o poi si può riconoscere. Ammetto che è stimolante parlare, interagire e costruire con loro, perché sono estremamente propositivi e bisogna quasi frenarli: la prossima sarà un concorso a premi veicolato con il Mega e già mi sta parlando di altre due operazioni di lancio novità per i prossimi mesi. Attualmente l’ultimo Mega propone quattro uscite al mese, ma se i risultati sono quelli che si stanno generando in questi giorni, non mi meraviglierei se ci fossero altre sorprese.

Negli ultimi due mesi ha fatto discutere l’assenza di Italycomics sulle pagine di Anteprima, nonostante la mole di novità annunciate e un parco di uscite mensili che di fatto lo rendono il terzo editore di comics in Italia. Una scelta probabilmente legittima, ma non rischia (se sommiamo le novità di altri editori assenti come appunto Kappa o GP) di penalizzare non solo editore e lettori ma anche e soprattutto quelle fumetterie che un distributore dovrebbe sostenere? In che modo un distributore può tutelare un proprio esclusivista di fronte a una situazione simile?
Vedete Michele e Roberto, il nostro compito è di tutelare al massimo gli editori che rappresentiamo, come giustamente dite, e la tutela la si ottiene ponendoci nella condizione fondamentale che tutti coloro che ordinano un prodotto devono poterlo ricevere. Ora su questa affermazione partono molte considerazioni che, per quanto complicato, cercherò di condensare.

Innanzitutto la domanda di un prodotto dipende dal valore commerciale/editoriale che lo stesso ha. Una corretta promozione informa dell’esistenza dello stesso, resta poi nel libero arbitrio della fumetteria (spronata da una richiesta di un lettore o semplicemente dalla conoscenza personale del gestore) se ordinarlo o meno. Se la fumetteria per ragioni commerciali/editoriali/personali (purtroppo anche queste possono incidere) non ritiene di ordinarlo, abbiamo un primo problema che è insormontabile per noi (nessuno può obbligare qualcun altro a fare qualcosa che non vuole). A questo punto il lettore ha una delle seguenti possibilità: compra altro (o niente), va da un’altra fumetteria, lo compra on-line (uno dei motivi della crescita esponenzialmente delle  vendite via web, dove si ha una disponibilità virtualmente infinita di prodotto). Lo stesso discorso potrebbe essere fatto dalla fumetteria verso il distributore con una differenza: mentre il lettore sceglie non solo per ciò che gli interessa (motivo editoriale) ma anche in funzione del prezzo, una fumetteria sceglie non solo in funzione editoriale (credo nella potenzialità del  prodotto) ma anche (e soprattutto) in funzione delle condizioni commerciali, tra le quali lo sconto e la gestione dei costi. Ora l’insieme di queste condizioni comporta da una parte una possibile fluidità decisionale delle fumetterie, dall’altra un tentativo di ottimizzazione estrema di quest’ultima che determinano il concetto tipico della distribuzione del nostro mondo (concentrazione distributiva).

Lo stesso discorso, spostato ai distributori, comporta che abbiamo in sostanza la stessa fluidità di scelta rispetto agli editori. In questo caso è giusto ricordare che alla fine sono anche gli editori che scelgono e decidono sia la loro politica editoriale, sia la loro politica commerciale (leggi le condizioni che applicano, che il distributore può essere più o meno interessato ad accettare), sia nelle proprie autonome scelte distributive (ultimamente si discute appunto di casi del genere). Questa lunga premessa porta ad una considerazione e a due riflessioni. La considerazione:  il mercato sta cambiando (come continuo a dire) dove alcune scelte fatte dagli operatori di settore sono semplicemente più esplicite che nel passato. La prima riflessione: la gestione attuale del mercato che ha permesso di creare il nostro “mondo”, consente di far giungere anche solo una copia nel più remoto angolo del nostro Paese senza che questo avesse una incidenza reale sui costi (permettendo la decuplicazione delle 20/30 fumetterie degli anni ottanta). La seconda riflessione: la fumetteria resta il dominus e, ancora più del lettore, se vuole un prodotto può sicuramente procurarselo chiedendolo, sia al suo canale di acquisto ordinario (per il materiale da noi distribuito in esclusiva non esistono schermi), o, se non ci riesce (come il lettore in fumetteria che non trova un prodotto) può rivolgersi altrove. L’attuale sistema fa si che le necessità economiche della fumetteria sono comunque preservate perché ognuno degli attori della distribuzione classica per fumetteria in teoria è in grado di soddisfarle e preservarle.

Il nostro compito sarà di informare sempre di più tutti sulla disponibilità del prodotto per dare la possibilità di poter decidere: la scelta di rendere pubblici on line i Mega viaggia in quella direzione, così come il nostro catalogo resta aperto a tutto quello che siamo in grado di distribuire. Però al di là di questa sorta di allarmismo che vedo diffuso in questo periodo, come dicevo prima, il mercato è in una fase di cambiamento, e non sono convinto che quello che sembra oggi (o viene strumentalizzato) sarà uguale a domani. Soprattutto se parliamo di dinamiche commerciali che sono più di trasformazione che di una vera presa di posizione. L’obiettivo finale è sempre generare guadagno per tutti proprio per non far spegnere il motore. Quelli che sembrano posizioni irremovibili o accordi impossibili oggi potrebbero diventare la normalità domani. Con questo non dico che il sistema attuale mi piace o meno, ma facendo un parallelo, oggi credo che sono pochi coloro che ricordano le regole del mercato di 15 anni fa e, sono sicuro, che molte di quelle sorprenderebbero gli attuali addetti del settore per i loro “paletti bizantini”.

Come commenti l’entrata di Messaggerie nella distribuzione in fumetteria? E cosa pensi delle esclusive reali? Il mercato andrà sempre più verso questa direzione?
Lavoro con Messaggerie per la libreria di varia da più di due anni con l’altra società di gruppo (Pegasus) e credo che siano tra i migliori partner con cui collaboro e con cui abbiamo un rapporto assolutamente produttivo. Si tratta di un gruppo potentissimo che oltre alle piattaforme distributive, distribuisce diversi editori sia compartecipati e controllati direttamente da loro stessi, sia aziende esterne, come noi. Si tratta di un  distributore che in un certo senso è anche editore (cosa che noi non siamo) e che fornisce a sua volta dei grossisti (subdistributori), che a loro volta rendono disponibile il loro prodotto “esclusivo” alla rete delle librerie che non vogliono fornirsi direttamente da Messaggerie.

Una libreria può decidere quindi se vuole comprare dal distributore o dal grossista, come da noi una fumetteria può decidere se comprare dal distributore o dal subdistributore. La differenza (dovuta alle dimensioni di fatturato del mercato) è che la libreria di varia ha un passaggio in più: il distributore non è grossista, mentre da noi il distributore è anche subdistributore; ma questo non interferisce sulla possibilità della libreria/fumetteria di rifornirsi direttamente alla fonte (distributore), o nei canali intermedi (grossista/subdistributore). Anche qui, quindi, mi permetto di rimanere un po’ perplesso sul concetto di esclusiva “reale” a cui fate riferimento. Ritornando al concetto distributivo non conosco il modello definitivo per poter fare delle considerazioni reali e neanche posso avere delle sensazioni perché Alastor non ha mai avuto rapporti commerciali diretti con GP.

Per chiarirci, se io domani prendo la nostra logistica e l’affido ad un operatore esterno (per esempio le stesse Messaggerie), il distributore per come lo intendiamo nel nostro mondo, resta Messaggerie o Alastor? La domanda è lecita visto che chi decide se il prodotto può arrivare in un punto vendita, con quali tempi e a quale sconto resta Alastor. Questo ci porta poi alle riflessioni di prima dove abbiamo un mercato (il nostro) che ha, come sempre abbiamo detto, una disperata necessità di ramificazione, visibilità, stabilità e penetrazione da una parte, mentre dall’altra vive di pulsioni, di necessità improvvise ed immediate che vanno dai problemi del singolo lettore che vuole cambiare una copia in fumetteria, alle necessità di quest’ultima che ti corre in distribuzione per prendersi un pacco e caricarselo in auto per una emergenza, ecc. Muoversi in questo mercato in maniera differente (o improvvisamente differente) potrebbe essere l’uovo di colombo che risolve tutti i problemi, così come potrebbe essere una soluzione ritrovare un mercato competitivamente più forte nella sua tradizionale ma spontanea evoluzione. Ripeto: le notizie sono troppo frammentarie per fare una corretta riflessione.

Parliamo di Planeta DeAgostini, com’è la situazione?
Qui abbiamo forse l’evoluzione che più mi ha reso felice alla fine dell’anno scorso: dopo una serie di allarmismi esterni che hanno accompagnato il nostro lavoro in questi ultimi dieci mesi, posso tranquillamente dire che la situazione è in via di normalizzazione. Dall’inizio di quest’anno abbiamo iniziato a lavorare nella risoluzione delle problematiche accumulatesi. In realtà la trasformazione che è stata operata in tutti questi mesi e che ho più volte menzionato, quando mi si chiedeva perché una serie di attività erano ferme o in rallentamento, è stata di dimensioni straordinarie e difficilmente percepibili o spiegabiautoli finché non si è conclusa (anche se i più attenti avevano quasi capito): la sezione comics è passata dal primo gennaio da PlanetaDeAgostini a Planeta. Sembra un gioco di parole ma effettivamente è difficile spiegare sinteticamente la portata dell’operazione e le problematiche connesse;  proverò anche qui a condensare la situazione.

Planeta è la più grande realtà editoriale del mondo ispanico (e non solo, visto che è proprietaria di compagnie aeree, di reti televisive, ecc.) e il fatto che abbia deciso di far diventare il settore comics una costola specifica delle proprie attività librarie spostandola dalla società compartecipata a quella madre è una scelta senza precedenti. Se prima avevamo un gigante, adesso abbiamo un editore ciclopico che decide di far diventare il comics parte attiva del suo business. Non sono in grado di dire quale sarà il punto di arrivo potenziale (tutti possono immaginarlo nel bene o nel male) ma sicuramente in questo momento, per quanto ci riguarda, stiamo attivandoci per far ripartire tutte le procedure che nei prossimi mesi, riporteranno la Planeta a fornire il livello di servizio, per il quale tutti l’abbiamo conosciuta negli anni passati, e per molti versi addirittura superiore perché al di là delle attività distributive a noi concesse sembra che avremo una entità la cui evoluzione territoriale sarà sicuramente più “italiana”. Anche quì spero che saranno i fatti  a tranquillizzare definitivamente tutti. Comunque nelle prossime settimane, mano a mano che si concretizzeranno gli elementi di cui prima, seguiranno le comunicazioni ufficiali agli addetti di settore che inizieranno a scandire i tempi per cui tutto sarà riequilibrato

A Lucca 2009 si era detto che titoli come Gaku avevano ottenuto un buon riscontro, e che il 2010 avrebbe visto una più marcata differenziazione delle proposte rispetto alla Spagna facendo pensare a piani editoriali mano a mano più specifici per la nostra realtà.
Quello che invece ci siamo trovati di fronte, con grande delusione vista la qualità di diverse proposte, è stata la sospensione di praticamente tutte le serie in corso, anche di quelle a pochissimi numeri dalla naturale conclusione; mentre i pochi timidamente ripresi soffrono di una periodicità molto dilatata e di ritardi rispetto agli annunci.
Cosa ci riserverà il 2011 sul fronte manga Planeta?

La sezione manga della Planeta è oggetto della stessa riorganizzazione che tutto l’editore ha imposto l’anno scorso alla sua sezione comics. Oggi si è ritornati a parlare di programmi editoriali e i manga rappresentano una parte attiva di tutte le discussioni in corso. Noi ovviamente stiamo operando solo delle riflessioni commerciali, in quanto la scelta resta dell’editore, ma posso confermare che c’è una profonda riflessione che sta ripartendo, per forza di cose, da zero.

Come mai in questo ultimo anno c’è stata una totale assenza di comunicazione in tutti questi mesi da parte della casa editrice iberica?
I motivi li ho spiegati sopra: è stata necessaria una ristrutturazione aziendale che ha portato la sezione comics in Planeta, questo ha determinato un gap temporale che, per quanto minimo nelle dinamiche delle aziende di quelle proporzioni, a noi è sembrato impressionante. E per quanto si dicesse, in maniera ufficiale o ufficiosa, agli operatori del settore che era tutto in evoluzione, si sono creati effettivamente degli allarmismi comprensibili. Nel chiedere ancora scusa a nome di tutti, credo che l’aspetto comunicativo ritornerà progressivamente ad equilibrarsi.

Vista la riorganizzazione di cui si parla da tempo è probabile un ufficio Planeta in Italia che supervisioni i prodotti per il nostro mercato o quantomeno faccia da tramite fra noi e la spagna?
Questa è una domanda che esula dalle nostre attività distributive/commerciali attuali. Sicuramente la qualità dei prodotti sta a cuore a tutte le componenti in gioco e credo che già si stanno ottimizzando le procedure per riallineare tutto.

Nella precedente intervista abbiamo affrontato la questione degli arretrati Planeta e del gap delle uscite tra Italia e Spagna: come procede la situazione?
Come detto, ci attende un ciclopico ma benefico lavoro di riallineamento dei magazzini nelle prossime settimane che dovrebbe recuperare il vuoto di questi dieci mesi. Mi è facile dire che cercheremo di ridurre al minimo i tempi di spostamento dei magazzini dalla Spagna all’Italia per riottimizzare il magazzino centrale delle attività del colosso iberico nel più breve tempo possibile, ma anche qui chiedo un attimo di pazienza perch parliamo, come detto di un lavoro di proporzioni enormi che si svilupperà nelle prossime settimane. Relativamente al gap, anche quello si ridurrà sensibilmente nei prossimi mesi. Il problema maggiore attualmente  riuscire a coordinare correttamente la triangolazione USA, Spagna ed Italia sulla tempestività dei materiali necessari alla promozione che possono ancora determinare un problema di allineamento per la parte stampata (ricordo che l’Italia è l’unico paese, oltre gli USA, dove il canale diretto gode di un sistema di promozione generale basato su un catalogo). Il prossimo Mega dovrebbe essere praticamente riallineato al gap tecnico minimo possibile tra Italia e Spagna. Equivalentemente la ricentralizzazione completa, prevista per questa estate , determinerà anche qui il riallineamento delle velocità distributive.

Sono previsti progetti editoriali esclusivi per il nostro paese, sulla scia dei ricopertinati o dei mensili Vertigo da edicola?
Credo che come i manga, l’attenzione alle esigenze peculiari del nostro mercato, saranno uno degli argomenti di maggiore confronto con Planeta e i risultati nel medio/lungo periodo non potranno che essere positivi. Per la prima volta potrei sbilanciarmi nel dire che ci sarà un analisi differenziata del programma editoriale relativo ai due paesi.

E’ già stato deciso il futuro di Harry Moon?
Non conosco la dinamica del caso e non ho sentito ne Federico, ne, essendo una questione editoriale, mi sono confrontato con gli editor di Planeta. Però credo che questo sarà uno degli argomenti, su cui avremo presto delle notizie, mano a mano che il sistema di comunicazione tornerà a regime (il primo obbiettivo e di ritornare ai livelli dell’anno scorso). Sotto questo punto di vista riattiveremo in progressione la sezione Question Time sul nostro sito e sezioni come la rubrica ospitata dal vostro sito, per rispondere alle domande dei lettori.

Approfittando della iniziativa Bao e della tua esperienza e competenza, ti chiediamo quali pensi che siano gli elementi che rendono ideale una fumetteria.
Innanzitutto un plauso alla Bao che continua ad essere uno degli editori più dinamici, intraprendenti ed innovativi del nostro mercato. Credo che neanche se lego Michele e Caterina ad un palo, riesco a trattenerli dall’inventarsene una nuova ogni volta. Guardando la classifica la prima cosa che mi balza all’occhio è Il rapporto personale del gestore con i clienti della fumetteria. La questione è molto dibattuta nel nostro settore da un po’ di tempo. Ormai le fumetterie stanno subendo una trasformazione come buona parte dei settori commerciali generici, per cui abbiamo quelle caratterizzate da una forte conduzione personale rispetto a quelle più grandi, dove il rapporto diventa un po’ più esterno. E’ un po’ la differenza tra la salumeria e il supermercato, dove ambedue vendono cibo ma con rapporti diversi verso i clienti.

Questo non vieta al gestore di una grande realtà di avere un rapporto simile a quello delle più piccole, ma sicuramente è più difficile e i risultati della fidelizzazione sono, di conseguenza, evidenti. Detto questo non esiste una formula vincente per cui un sistema sia migliore dell’altro, essendo il nostro un mercato di appassionati e, ripeto, questa classifica (che premia la fidelizzazione della singola fumetteria) lo dimostra. Sicuramente il nostro sarà sempre di più un mercato in cui lo spazio e le dimensioni saranno fondamentali per sostenere adeguatamente l’offerta editoriale, ma che alla fine non potrà mai fare a meno del rapporto personale.

Ringraziamo Pasquale Saviano per l’intervista.

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