Thought Bubble, la miglior fiera del Regno Unito – un reportage
Pubblicato il 23 Novembre 2015 alle 14:00
Leeds ospita da qualche anno una delle convention più apprezzate da fumettisti e appassionati. Tanta attenzione al fumetto e nomi stellari: ecco com’è andata l’edizione 2015.
La Thought Bubble di Leeds è solo al suo 9° anno di vita, ma si è già affermata come un appuntamento attesissimo per gli appassionati di fumetti del Regno Unito; e se con i suoi 8/10.000 visitatori è numericamente lontanissima dal Comic Con di Londra (130.000 presenze nel 2015), per chi ama la Nona Arte è un vero e proprio paradiso.
Un po’ di note sparse dall’edizione 2015 che si è tenuta nel weekend 14-15 (ma con venti sparsi in tutta la settimana) novembre, caratterizzato da pioggia senza soluzione di continuità che ha causato qualche piccolo straripamento del fiume Aire, vicinissimo ai luoghi della convention.
Organizzata dalla disegnatrice Tula Lotay (tra le altre cose, del Supreme: Blue Rose di Warren Ellis), sponsorizzata da importanti catene di fumetterie UK e appoggiata dalla Image, Thought Bubble attira ormai i migliori nomi del fumetto anglosassone ma il (relativamente) basso numero di visitatori e l’assenza di “distrazioni” (cinema, serie tv, webstar e gadget) crea un’atmosfera più familiare e amichevole rispetto alle fiere-behemoth come Lucca, il Romics o San Diego, New York e le grandi fiere USA. Nei due giorni della convention ho raramente fatto code più lunghe di 20/30 minuti anche per superstar come Scott Snyder, Rick Remender o David Aja.
QUI trovate l’elenco completo degli ospiti; i primi che mi vengono in mente: Kieron Gillen e Jamie McKelvie (Phonogram, The Wicked and the Divine, Young Avengers), Matt Hollingsworth (Hawkeye), Esad Ribic (Secret Wars), Adi Granov, Noelle Stevenson (Lumberjanes), Kate Beaton (Hark, a Vagrant!), Matteo Scalera, Sean Gordon Murphy, Curtis Wiebe (Rat Queens) Jerome Opena, Frazer Irving, Declan Shalvey, Sean Phillips, Marguerite Bennett, Bengal… tutti disponibilissimi per fare due chiacchiere.
La convention si è svolta nel complesso delle Royal Armouries, a 10 minuti dalla stazione di Leeds. Gli stand erano raccolti in tre sedi (due grandi sale da ricevimento e un padiglione stile Lucca), con gli stand dei grandi nomi piazzati sui lati vicino alle uscite, così che le file potessero”sfogarsi” fuori; dove questo non era possibile, delle serpentine delimitate da barriere incanalavano le code.
Momento Orgoglio Patriottico 1: Matteo Scalera (Black Science):
Momento Orgoglio Patriottico 2: Antonio Fuso (Butterfly, GI Joe):
Panel interessanti: uno, moderato da Gillen, sulla costruzione di mondi a cui hanno partecipato Rick Remender, Scott Snyder, Noelle Stevenson, Kate Leth (Bravest Warriors, l’imminente Hellcat) e Ales Kot (sua un’osservazione molto interessante su come si tenda sempre a creare mondi narrativi in cui sarebbe orribile vivere), e un altro sul fumetto creato owned con Remender e cinque disegnatori i quali, chi più chi meno, hanno deciso che avere più controllo sulle proprie creazioni e lavorare a quello che si vuole è più soddisfacente che lavorare per le Big2:
Contrariamente a quanto accade nelle fiere italiane, gli artisti sono alla TB a proprie spese e con il loro tavolo personale (non ci sono gli stand delle case editrici). Questo significa che avere un disegno costa, spesso molto.
Non ho chiesto quanto costasse un dipinto di Esad Ribic, mi sono limitato ad ammirarlo dipingere per 20 minuti il Thor che si vede a sinistra nella foto qui sotto:
Gli sceneggiatori più ricercati avevano un limite di fumetti autografabili per singolo fan: 15 per Rick Remender:
5 per Scott Snyder (a sinistra, a destra Matt Hollingsworth):
Alcune delle code più lunghe si sono formate per l’astro nascente Noelle Stevenson. Il suo Nimona, uno dei 4 fumetti mai arrivati alla fase finale del National Book Award USA, verrà pubblicato in Italia nel 2016 da Bao:
Ma se le case editrici non ci sono e gli stand delle fumetterie sono 4/5, chi occupa le centinaia di tavoli nelle tre sale? Centinaia di esponenti della scena indie inglesi, mini-etichette composte in tutto da due persone gomito a gomito con i grossi calibri; i piccoli vicino ai grandi, non isolati in padiglioni-ghetto.
Cerchi Ben Templesmith (30 Giorni di Buio, Fell) o Jason Latour e vieni conquistato da una zine sconosciuta. Prendere nota, così si organizza una fiera che favorisca lo sviluppo e la conoscenza del fumetto.
Tra le cose migliori da segnalare la festa del sabato sera, a cui si poteva accedere con il biglietto della convention più un altro biglietto acquistabile a parte (ne sono stati messi in vendita solo poche centinaia). Perdonate la foto sfocatissima, era l’una di notte.
A un certo punto DMC, il DMC dei leggendari Run DMC, che alla TB ha lanciato la sua casa etichetta editoriale Darryl Makes Comics, si è esibito in Tricky e Walk This Way con Kieron Gillen (sceneggiatore di Darth Vader, Young Avengers) alla consolle. Pubblico in delirio.
Altra diapositiva: il meglio del fumetto mondiale che canta a squarciagola Take on Me degli a-ha.
Capitolo cosplayer: pochissimi, quasi assenti quelli “manga”. In proporzione moltissimi invece quelli della serie The Wicked & the Divine, degli idoli di casa Gillen & McKelvie.
Il prezzo del biglietto per l’intero weekend non è purtroppo proprio popolare (27 sterline, circa 38 euro). Sempre a proposito di cose che hanno fatto piangere il mio portafogli, i manga costano uno sproposito: i classici tankobon che in Italia starebbero a 5 euro in UK costano 9/10 sterline (14 euro).
Bonus: la mia copia di Sex Criminals vol I, tra Lucca e Leeds, è diventata una message board tramite cui Matt Fraction, Chip Zdarsky, Kate Leth, Kieron Gillen e Jamie McKelvie si sono scambiati messaggi “amorevoli”: