Recensione: Gli anni dolci (vol. 1)

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 alle 12:54

Autore: Hiromi Kawakami (soggetto), Jiro Taniguchi (disegni)
Editore:
Rizzoli Lizard
Provenienza:
Giappone
Formato:
17×24, brossurato con alette, b/n, 208 pag. (senso di lettura occidentale) – 2 volumi
Prezzo:
€ 17,00


In un piccolo locale la trentasettenne Tsukiko ritrova per caso il suo professore del liceo. Mentre la donna sembra avere solo dei ricordi piuttosto vaghi del periodo scolastico, il professore si rivela un acuto osservatore che non ha dimenticato la sua allieva.

Dopo una serie di incontri apparentemente dettati dal caso e dalle abitudini, i due si ritrovano pian piano a condividere regolarmente nuove esperienze e vecchi ricordi, finendo per intrecciare in modo sempre più stretto le loro vite.

Rizzoli Lizard, dopo aver pubblicato La montagna magica e Uno zoo d’inverno, propone un nuovo titolo in due volumi firmato da Jiro Taniguchi: Gli anni dolci (Sensei No Kaban), tratto dall’omonimo romanzo di Hiromi Kawakami.

Quando alle matite c’è il sensei Taniguchi, c’è molto poco da dire e non rimane altro che ammirare un disegno che è semplicemente un capolavoro di sintesi, e che nonostante lo stampo realistico mantiene una semplicità e una pulizia delle linee invidiabili.

Il massiccio uso di retini è gestito alla perfezione, riuscendo nel difficile compito di evitare l’effetto appiattimento e permettendo alle figure umane di spiccare in ogni vignetta, senza che i personaggi vengano fagocitati dagli ambienti, anch’essi curati in modo impeccabile pur nella loro essenzialità. Lo stesso discorso vale con riferimento alle scene affollate, dove i protagonisti riescono comunque a costituire il punto focale dello sguardo del lettore, rendendolo partecipe di un legame che anche in mezzo alla folla non si spezza.

Lo stile di Taniguchi si confà perfettamente al tono delle vicende, articolate in nove capitoli che raccontano sette diverse occasioni di incontro tra Tsukiko e il professore.

Le tavole sono ordinate, con una disposizione regolare delle vignette che, insieme alla sapiente regia dell’autore, narrano in modo posato la storia. Le pagine scorrono con la massima facilità.

Per quanto riguarda i personaggi, protagonisti assoluti della scena sono Tsukiko e il professore, entrambi piuttosto tranquilli di indole, anche se per ragioni differenti: l’una eternamente indecisa, l’altro, “antico e fiero di esserlo”. L’interazione tra i due è strutturata in modo equilibrato, per mettere di volta in volta in luce la fragilità di lei o la malinconia di lui.

Il risultato finale è la creazione di un rapporto profondo, fatto per lo più di cose non hanno bisogno di essere dette, tanto che quando in scena manca uno dei protagonisti, se ne avverte nettamente l’assenza, permettendo un’ulteriore immedesimazione del lettore.

L’edizione italiana è ben curata, con rilegature solide e l’impiego di carta bianca di alta qualità che consente un’ottima resa dei retini. Scorrevoli e sempre comprensibili le traduzioni. In appendice al volume si trova un glossario contenente le note esplicative relative ai termini giapponesi cui si fa riferimento nella storia. Al solito le opere di Taniguchi presentano un costo più elevato rispetto alla media, ma il rapporto qualità-prezzo è senza dubbio accettabile, anche con riguardo al fatto che questo grande maestro è già di per sé una garanzia.

Concludendo, quindi, “Gli anni dolci” è un’opera pregevole, sia sotto il profilo strettamente artistico sia sotto quello narrativo, consigliata a tutti gli estimatori del fumetto, senza futili distinzioni in base al Paese di provenienza dell’autore.


VOTO: 9

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