Le Cronache di Gorlond – Sex and the Thrones, una recensione
Pubblicato il 4 Marzo 2015 alle 10:15
Lettori d’ Italia, affilate le asce e preparate i bagagli, si parte per un lungo, assurdo viaggio nel continente di Gorlond, terra di Goblin, Pipisgatti e telefilm sanguinari!
Esce, per le stampe di ManFont, Le Cronache di Gorlond – Sex and the Thrones, raccolta di tutte le strips sulle (dis)avventure del pietoso goblin Prot e dei suoi amici, scritte da Marco “Daeron” Ventura e disegnate da Alessandro Alessi Anghini.
Il volume, arricchito da un’impaginazione di qualità, una brossura importante e una copertina tanto comica quanto sgargiante, si apre con la presentazione dello stesso autore, Marco “Daeron” Ventura, che, come nella migliore tradizione delle saghe fantasy, ci introduce nell’universo fantastico di Gorlond, dove le mitiche razze che già tanto bene conosciamo (umani, nani, orchi, elfi, goblin) si spartiscono luoghi dai nomi ridicolmente suggestivi come “Spasso del Re”, “Summerfell” e “Castel Granita”. Di molti di essi non sentiremo mai più parlare, nel corso della storia, anzi, delle tante, brevi, buffonesche storie della collezione, ma, come suggerisce Ventura, non per questo non sono importanti, perché contribuiscono alla creazione dell’ “ambientazione” ideale…e, non da ultimo, allo spasso di un autore cresciuto a pane e Dungeons & Dragons.
Tra i tanti popoli stravaganti di Gorlond, il più strabiliante (nel senso CATTIVISSIMO del termine), è certamente quello dei goblin dei monti del nord-ovest. Prot (indovinate da quale tipo di problema gastro-intestinale è affetto) è un giovane, sgraziato omino verde dalle orecchie a punta che sogna di dare lustro alla sua inetta specie diventando un feroce condottiero squarta-elfi. Per farlo, tuttavia, deve superare le asprissime prove della tremebonda Accademia della Guerra, dove la morte per stritolamento e spiaccicamento dei suoi allievi è cosa più frequente del rancio di mezzogiorno.
La prima parte delle Cronache prende il nome proprio dal pavidissimo aspirante trucidatore. Prot il Goblin è la summa di tutte le malefatte, i disastri e le buffonesche esperienze di Prot all’Accademia, in compagnia dei suoi compagni, nuovi e vecchi, avversari d’amore e commilitoni, tra cui spiccano il fido e maleodorante amico Conato, la sensuale e contagiosa guaritrice Sifilide, il solito raccomandato Dagoberto e il decerebrato tritaossa Gonzor.
Di tutt’altro stampo, invece, è la seconda parte della raccolta, dall’altisonante titolo Sex and the Thrones. Dispensati dai doveri di caserma e di villaggio, i personaggi che abbiamo visto affaticarsi per apprendere le mille, truculenti arti della guerra goblinesca, si ritrovano su un comodo divano imbottito di interiora di nano per assistere alla serie hard-fantasy del momento, trasmessa in mefitico HD sul digitale magico. Il “fattore N”, il Fattore Nerd, raggiunge qui nuovi, stupefacenti picchi. In ognuna delle pagine autoconclusive, infatti, si ripercorrono le passionarie vicende del kolossal ispirato ai romanzi di George R.R. Martin, ma tradotte nello stile parodico e paradossale che entusiasma il pubblico goblin e non solo. Quattro sono le stagioni seguite passo dopo passo e commentate da Prot e i suoi amici. Attraverso la lente dissacrante e distorcente di Sex and the Thrones, il lettore assiste alle evoluzioni più stralunate e ridicole della storia di Lannister, Stark e compagni.
Marco “Daeron” Ventura, autore (umoristico e non) d’esperienza (Norby, Shadows, The Guide for World Domination, Milite Ignoto…) sprigiona tutta la sua vena parodistica nella creazione di quest’opera che è una collana di dozzine di vignette realizzate nel corso degli anni. Esse rappresentano insieme l’esaltazione e la demistificazione di quel genere fantasy che, nelle su infinite declinazioni, fa sognare milioni e milioni di appassionati. I personaggi di Prot e dei suoi compagni riecheggiano quelle figure balorde ed ironiche che hanno reso indimenticabili serie di strips com Sturmtruppen di Franco Bonvicini. Il modus operandi è lo stesso: partire da un’ambientazione apparentemente nuova, ma in realtà ben prevedibile e conosciuta, e poi stravolgere le aspettative del lettore raccontando brevi sketch ad effetto, oltre i limiti del demenziale. Le pillole di scemenza distillate da Ventura in Prot il Goblin sono l’elogio della stupidità e, facendo leva sul grottesco, il disgustoso e il volgar-buffonesco, solleticano gli appetiti più basilari di un lettore che desideri il più leggero degli intrattenimenti.
In Sex and the Thrones, il focus si restringe ulteriormente, il “target” di lettori innalza confini più che mai rigidi. Se infatti chiunque (con una buona dose di malizia ed un’infarinata dei “classici” del fantasy, come Il Signore degli Anelli, Harry Potter e l’immancabile Dungeons and Dragons) ha la possibilità di cogliere le allusioni di cui sono impregnate le rocambolesche peripezie di Prot & co., la visione di tutte le stagioni dell’originale Game of Thrones risulta condicio sine qua non è impossibile ridere dei richiami parodici al telefilm su cui si basa questa seconda metà della collana.
Sex and Thrones appare quindi un fumetto indirizzato espressamente ed esclusivamente a chi conosca a perfezione i retroscena di GOT e sia pronto ad assistere alla sua completa distruzione in chiave irriverente e sarcastica.
Sul piano grafico, Alessandro Alessi Anghini (Siamo Lieti di Averla Tra Noi-I racconti di Stefano Benni a Fumetti, Esso-L’ultimo Fumettista Libero, T-Junior, Baguette & Bonton) disegnatore, colorista ed inchiostratore del volume, dà il meglio di sé per rendere in uno stile divertente e vivace l’estrema leggerezza delle microstorie vergate dalla penna di Marco Ventura. La storyboard delle Cronache risulta da questo punto di vista vincente, riuscendo ad orchestrare il ritmo giusto tra le vicende comiche, a suddividere i motti di spirito nel giusto numero di vignette e a mantenere un buon equilibrio tra le immagini e le parole, che pure sono indispensabili per intrecciare in poco spazio un discorso insieme conciso, efficace ed ironico, che è sovente la sfida più ardua per un prodotto comico.
Pur mantenendosi nella galassia del fantastico, Manfont punta, con Le Cronache di Gorlond – Sex and the Thrones, il telescopio verso tutt’altro orizzonte, con l’intento non di far sognare il lettore, ma di farlo sganasciare dalle risate. A tratti ci riesce. La comicità, apparentemente il più semplice dei piatti, è in realtà difficile da far apprezzare ad un largo spettro di pubblico.