I Sentieri di Malefosse 1, la recensione della nuova serie edita da Editoriale Cosmo
Pubblicato il 13 Gennaio 2014 alle 15:40
Editoriale Cosmo propone una nuova saga storica di provenienza francofona: I Sentieri di Malefosse, scritta da Daniel Bardet e disegnata dal suggestivo Francois Dermaut! Non perdete un’appassionante vicenda ricca di intrighi, complotti e magia sullo sfondo della Francia del Cinquecento!
I Sentieri di Malefosse n. 1
Autori: Daniel Bardet (testi), Francois Dermaut (disegni)
Casa Editrice: Editoriale Cosmo
Provenienza: Francia
Genere: Avventuroso
Prezzo: € 2,90, 16 x 21, pp. 96, b/n
Data di pubblicazione: gennaio 2014
L’Editoriale Cosmo inaugura l’anno nuovo con il primo numero di una saga a tematica storica di provenienza francofona e nel consueto formato bonellide e in bianco e nero che i lettori stanno imparando ad apprezzare, sebbene si debba pure lodare la pubblicazione del western Wanted a colori. La serie in questione è I Sentieri di Malefosse che piacerà agli estimatori dei romanzi grafici inseriti in contesti storici ben precisi. La vicenda si svolge nella Francia del Cinquecento, in un momento in cui il regno era conteso da tre monarchi: Enrico III di Francia; Enrico di Navarra, capo degli ugonotti; ed Enrico di Guisa, sostenuto dalla Lega Cattolica. Si tratta di un periodo conosciuto come quello della guerra dei tre Enrichi, caratterizzato da complotti, uccisioni ed efferatezze.
È a questo che si ispira l’abile Daniel Bardet che ci racconta le rocambolesche vicissitudini di Gunther, protagonista principale della storia, capo di un esercito di raitri, cioè di cavalleggeri tedeschi. Il conflitto li ha quasi decimati e per una serie di circostanze giungono in una regione dominata da un perfido monaco, Jean Louvel, spietato esponente della Lega Cattolica. Gunther è alla ricerca di qualcuno che possa curare un commilitone e lo trova nella figura di una matura strega, accecata in passato dagli sgherri del monaco. La donna salva il compagno di Gunther e, pur non amando gli ugonotti, chiede vendetta e protezione.
La popolazione del luogo infatti non è più disposta a tollerare la tirannia degli uomini di chiesa e per giunta Louvel è in procinto di condannare al rogo alcune avvenenti ragazze, tra le quali Pernette, splendida figlia della strega. Gunther, convinto dalle capacità amatorie della donna, decide di accontentarla e questo è il pretesto che consente a Bardet di delineare una trama articolata e complessa, ma sempre leggibile e comprensibile, con un nutrito cast di personaggi e caratterizzata da un ritmo veloce e adrenalinico di solito non ricorrente nelle produzioni bd di questo tipo.
I Sentieri di Malefosse è un fumetto che fa dell’avventura allo stato puro la sua ragion d’essere e in tal senso funziona. C’è una riuscita alternanza di introspezione e di azione ma comunque duelli e inseguimenti abbondano e non manca neanche un pizzico di intenso erotismo. Basti pensare a Pernette, sensuale e lasciva, pronta ad usare il proprio corpo per perseguire i suoi obiettivi. Lo sanno bene i papisti, non esenti dai desideri carnali; lo sa bene uno dei tre Enrichi che cercherà di divertirsi con lei; e lo sa benissimo il giovane Louis, minorenne da lei sedotto in una delle sequenze più eversive dell’opera.
La sceneggiatura è valida e Bardet riesce a tenere desta l’attenzione del lettore con numerosi colpi di scena e, lo ripeto, con un ritmo narrativo teso e sincopato che fa pensare, facendo i debiti distinguo, allo stile dei comics statunitensi. E non si può trascurare l’aspetto grafico. I disegni di Francois Dermaut sono sopraffini e il suo tratto minuzioso è eccezionale. Il penciler illustra con maestria le tetre foreste della desolata regione che fa da cornice alla vicenda; gli intimidenti interni delle abitazioni dei monaci; le architetture d’epoca e gli stupendi paesaggi naturali. Dermaut ricorre sovente a una costruzione inventiva della tavola, passando da pagine di impostazione tradizionale con una griglia di nove vignette ad altre in cui domina un taglio più cinematografico. Bisogna segnalare altresì le sequenze dei combattimenti, valorizzate da una spiccata sensibilità cinetica; e la raffigurazione della bellezza femminile che non scade mai nella volgarità o nell’erotismo fine a se stesso. E va precisato che il bianco e nero fa risaltare maggiormente i suggestivi giochi d’ombra delle matite di Dermaut.
In definitiva, questa ulteriore proposta targata Editoriale Cosmo è da prendere in considerazione e piacerà agli amanti delle produzioni fumettistiche d’Oltralpe, ai cultori del romanzo storico e a coloro che semplicemente amano i fumetti in tutte le sue sfaccettature, indipendentemente dai discorsi di genere. Da provare.