Recensione Il Treno – Rizzoli/Lizard

Pubblicato il 6 Settembre 2010 alle 11:28

Autori: Andrea Laprovitera (testi), Vivaldo (disegni)
Casa Editrice: Rizzoli/Lizard
Provenienza: Italia
Prezzo: € 15,00 17 x 24, pp. 128


La strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 è una delle pagine più nere della travagliata storia italiana. E non mi riferisco solo, ovviamente, all’insensatezza di un attentato che causò un numero impressionante di morti ma anche al fatto che, ancora oggi, a parecchi anni di distanza da quel tragico evento, non si conoscono i mandanti di tale strage, a causa di silenzi e coperture omertose indegni di un paese che osa definirsi civile.

Fare un fumetto su questo argomento è impresa lodevole ma rischiosa. Lodevole perché è sempre bene denunciare le magagne e il fumetto, che in quanto forma espressiva non è inferiore ad altri medium, è indubbiamente uno strumento che ben si presta a tale scopo. Insomma, ben vengano le opere che non si limitano ad essere di intrattenimento. Ma è un’operazione rischiosa poiché, quando si affrontano determinate tematiche, il rischio della retorica e, nello specifico, della propaganda politica è elevato.

Ma, fortunatamente, Andrea Laprovitera, sceneggiatore e scrittore, autore de Il Treno, proposto da Rizzoli/Lizard, e Vivaldo, l’ottimo disegnatore di questa graphic novel, hanno eluso il rischio, realizzando un fumetto avvincente, che si legge tutto d’un fiato, caratterizzato, peraltro, da una interessante scansione narrativa, che fa del flashback, in modo particolare, l’elemento più rilevante.

La storia, infatti, ha sì a che fare con la strage, però quasi indirettamente. Inizia nel 1980, ma buona parte della trama è ambientata nel 1968, l’anno fatidico in cui molti fermenti (che porteranno anche alla tragedia della stazione) si sviluppano, influenzando le complesse dinamiche socio-politiche italiane. E protagonisti del fumetto sono tre ragazzi: Marco, Andrea e Sara. Marco ed Andrea, amici per la pelle, sono innamorati della bellissima Sara e frequentano l’università, in un clima di forte tensione politica.

Sara, in particolare, è coinvolta nel movimento sessantottino e riesce a inserirvi anche Sandro. Non vale lo stesso, invece, per Marco. Un po’ per gelosia, dal momento che presto Sara e Sandro si metteranno insieme, e un po’ per motivi personali, si allontanerà da loro. E non solo in senso fisico. Ma pure ideologico, considerando che diventerà membro di un gruppo di neofascisti, con conseguenze spiacevoli.

Laprovitera è abile nella delineazione delle psicologie e scrive testi efficaci, puntando il dito contro l’ipocrisia di tutte le realtà descritte: gli studenti ‘rivoluzionari’ si esprimono per slogan e sono sempre pronti a bollare come fascista chiunque la pensi diversamente; i fascisti, dal canto loro, usano la politica come pretesto per sfogare istinti violenti; i sindacalisti a tutto pensano tranne che agli interessi dei lavoratori; i buoni padri di famiglia borghesi sono aridi perbenisti. E Laprovitera riesce ad essere distaccato, scrivendo una storia che può essere definita in qualunque modo, tranne che ‘di parte’.

E, con precisione, Laprovitera ben descrive il clima dell’epoca, con riferimenti a Woodstock, alla lettera che Pasolini scrisse contro gli studenti che occupavano le università, all’omicidio di Martin Luther King o all’allunaggio del 1969; per giunta, con citazioni di Bulgakov e de ‘La Linea d’Ombra’ di Joseph Conrad.

Le vicende di Marco, Andrea e Sara hanno comunque a che fare con la strage della stazione di Bologna, come il lettore attento scoprirà alla fine del libro, caratterizzato da un colpo allo stomaco, degno dei migliori romanzi, che non lascerà indifferente nessuno. E, parlando ancora di citazioni, Laprovitera arriva a utilizzare le frasi usate nei telegiornali di quel giorno, con un’accuratezza encomiabile!

Se Il Treno è una proposta di grande livello è grazie pure ai disegni di Vivaldo che, con un suggestivo bianco e nero, meravigliosi chiaroscuri e intriganti giochi d’ombra, sa rappresentare le emozioni dei personaggi, per giunta dimostrando un’attenzione minuziosa nei confronti degli sfondi e dei particolari a volte infinitesimali (lo si può notare soprattutto nelle sequenze dei cortei studenteschi, per esempio; o delle riunioni dei collettivi, e così via).

In definitiva, Il Treno è un fumetto da leggere: non banale; privo di cliché; non inficiato da intenti politicizzati. In poche parole, un’opera coraggiosa che merita solo lodi. In appendice al volume, inoltre, va segnalata un’intervista a Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage. Tale intervista, da sola, vale più di tanti saggi di inchiesta e aiuterà a capire parecchie cose su quella che, come scrivevo all’inizio, è stata una delle pagine più nere della storia italiana.


Voto: 8

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