L’intervista di Manuele Fior – Recensione
Pubblicato il 12 Giugno 2013 alle 16:00
Una graphic novel che affronta il tema del conflitto generazionale e della società che cambia in un contesto futuristico e fantascientifico. Un romanzo che racconta afflizioni e ambizioni degli uomini d’oggi. Un’attenta riflessione sul tempo che scorre inesorabile.
L’intervista
Autore: Manuele Fior
Casa Editrice: Coconino Press
Genere: Fantascienza
Provenienza: Italia
Prezzo: 17,50 €, 17×24, pp. 176, b/n
Data pubblicazione: Aprile 2013
Manuele Fior nato a Cesena nel 1975 si laurea in Architettura a Venezia nel 2000, dopodiché si trasferisce a Berlino dove lavora come architetto, fumettista e illustratore. Dopo la collaborazione con una casa editrice tedesca inaugura una notevole produzione di storie brevi a fumetti scritte dal fratello Daniele. Grazie al suo primo graphic novel “Rosso Oltremare” e il suo secondo “La signorina Else”, raggiunge un notevole consenso di pubblico e critica, che farà letteralmente esplodere dopo la pubblicazione di “Cinquemila chilometri al secondo”, vincitore, tra i tanti premi, del Gran Guinigi di Lucca Comics e del Fauve d’Or di Angouleme.
Fior vive ora a Parigi e collabora con numerosi quotidiani e riviste: dal New Yorker a La Repubblica, per la quale ha illustrato per un anno la rubrica settimanale di libri tenuta da Alessandro Baricco. Insomma un italiano di fama internazionale che torna in Italia con la sua nuova creazione: L’intervista.
L’intervista racconta uno squarcio dell’Italia del futuro, 2048, dove in un paese ormai diviso dalle idee e dalla società, arrancano ancora i giovani che si scontrano inevitabilmente con le vecchie generazioni, in cerca di nuovi prototipi di società; mentre si stagliano nel cielo, segnali e messaggi alieni di difficile interpretazione.
In questo contesto fanno capolino i nostri protagonisti: Raniero, uno psicologo confuso e stanco, in rotta di collisione con la moglie e con il matrimonio, alle prese con strani avvenimenti di origine aliena e alienanti.Dora, una giovane paziente che fa parte del movimento “Nuova Convenzione” e predica nuovi modelli di convivenza, che millanta poteri telepatici, allucinazioni premonitrici e sostiene di essere in contatto con gli alieni. Franco, un meccanico amico che s’improvvisa invidioso e maledettamente vendicativo.
Tutti i personaggi ci risultano come esseri inermi, prede degli eventi, sconnessi e scoraggiati. Sono esseri ininfluenti che popolano un mondo che si autoregola e che permette loro di usufruirne…ma fino a che punto?!
Le vignette di Fior sono rigide e schematiche, ordinate e composte, nulla sfugge all’autore. Tutto sembra essere sotto il suo controllo, ne deriva infatti una lettura rassicurante e scorrevole, nonostante gli argomenti siano in alcuni momenti di alto valore scientifico e psicologico.
Una narrazione perfetta grazie anche ad una sceneggiatura fluida e priva di buchi. Le magnifiche rappresentazioni della volta celeste, dove spesso lo sguardo dei protagonisti si perde nello scrutare le stelle, sembrano nascondere le risposte, come se dal cielo potessero arrivare i segnali contenenti i responsi al nostro futuro e del nostro destino.
L’opera in bianco e nero ne risulta potenziata da tutta una serie di grigi delicati che dominano e creano sviluppandosi in sagome ed arrivando a definire vere e proprie forme naturali. China per i confini, bianco per la riflessione, carboncino per tutto il resto.
Un racconto elegante, fragile ed intimo dalle sagome soffuse che enuncia le discontinuità e i dissapori della società, delle relazioni e degli affetti di ciascuno di noi, con una costruzione narrativa che usa la fantascienza per rivelare la quotidianità con un certo distacco.